LE API NELL'ARTE E NON SOLTANTO...
L'ape è presente nelle simbologie di tutte le società dall'Oriente all'Occidente e con tracce nella mitologia, nelle religioni, nell'esoterismo, nell'araldica e nelle varie forme di arte. Il suo simbolismo è complesso e talvolta caratterizzato da rappresentazioni contrapposte.
Per gli antichi Egizi, l'ape aveva un'origine divina, essendo nata dalle lacrime di Ra, ed era vista come una forma dell'anima in grado di riportare in vita il defunto se entrava nella sua bocca.
Presso gli antichi Greci, Celti e Germani, l'ape, produttrice di miele, ha rappresentato il simbolo dell'abbondanza e della ricchezza e, per la sua scomparsa nei mesi invernali e il suo ritorno in primavera, ha raffigurato anche l'eterna rinascita e il rinnovarsi della natura.
Le api erano presenti anche nei culti della Grande Madre.
I greci erano soliti consacrarle alla Luna, rappresentazione femminile per eccellenza, e accompagnarle a Diana Efesina, una delle personificazioni mitologiche della dea Madre.
Nell'antica Roma l'ape è presente come simbolo di virtù; nella civiltà cristiano-cattolica come simbolo dell'anima, di castità, integrità e comunità cristiana. Per Sant'Ambrogio la Chiesa è come un alveare in cui tutti i suoi membri cercano di acquisire solo il meglio ed evitare la superbia. Per altri, come Bernardo da Chiaravalle, questi esseri sono il simbolo dello Spirito Santo. L'ape, che sparisce per i tre mesi invernali e rinasce a primavera, è stata associata, inoltre, al Cristo che è morto e resuscitato dopo tre giorni.
In ambito profano l'ape regina, a lungo considerata un maschio, è stata eretta a simbolo della regalità. Probabilmente lo stemma gigliato francese è una stilizzazione delle api.
Nella poesia delle varie civiltà non possiamo non citare Dante, che nel XXI Canto del Paradiso, per presentare gli angeli presenti nella Candida Rosa (luogo dove risiedono i beati del Paradiso), usa una metafora apiaria:
"Sì come schiera d'api che s'infiora
una fiata e una si ritorna
là dove il suo laboro s'insapora."
In seguito numerosi sono i riferimenti alle api di poeti italiani: da Lorenzo dei Medici a Pascoli, e molti altri.
Segnaliamo fra i tanti Trilussa che vede in quest'insetto svolazzante il simbolo della capacità di cogliere la bellezza nella vita.
"C'è un'Ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa."
Quest'animaletto, così vitale per l'equilibrio dell'ambiente ma anche a rischio, ha assunto negli ultimi decenni un nuovo significato simbolico: quella di sentinella degli squilibri ambientali e di quanto occorra per il futuro del nostro mondo.
Non è che le api siano famose per apportarci lauti guadagni, anzi esiste un proverbio in Provenza che suona cosi: "chi investe nelle api si procura molti grattacapi" ma nell'Antica Grecia e nella Magna Grecia l'ape era molto considerata tanto che a Efeso, famosa per il culto di Artemide e delle sue ancelle dette "melisse" (api), per ben cinque secoli venne coniata una moneta che portava l'ape come effige.
Nell'isola di Creta diverse città come Elyros, coniarono delle dracme e tetradracme in argento che raffiguravano su una faccia la capra Althea e sull'altra un'ape, per suffragare la leggenda di Zeus bambino che fu allevato con latte di capra e miele e che fu pertanto chiamato Zeus Melissaion.
In Sicilia, l'antica Megara Iblea, situata forse nei pressi dell'odierna Avola che porta nel suo blasone l'ape sicula, coniò anche una moneta con l'effige dell'ape per ricordare il famoso miele dei monti Iblei.
Nella Roma dei Papi, Urbano VIII, detto l'Ape Attica per la sua grande ammirazione per la cultura greca, portava nel suo blasone 3 api che poi "sciamarono", grazie al Bernini nella Cappella Sistina, nella Fontana delle Api, a Palazzo Barberini, ed un po' dappertutto nella Città Eterna.
L'ape francese invece si trova sulle monete da 50 centesimi, 1 euro e 2 euro sulla faccia "nazionale" che riporta la scritta "Libertè, Egalitè, Fraternitè. Se una di queste monete capiterà nelle vostre tasche guardatela bene, meglio con l'aiuto di una lente, perché l'ape è piccolissima, appena visibile ad occhio nudo. Essa costituisce il marchio di fabbrica della Zecca Francese e si trova sull'orlo delle monete, vicino al piede della "Marianna" nelle monete da 50 centesimi e frà due stelle, in alto, in corrispondenza della "L" di Egalitè nelle monete da 1 e da 2 euro. Buona ricerca!!
In Italia, per circa un decennio la zecca di Stato ha coniato una moneta di rame da 10 centesimi con una bellissima ape su un fiore e poi una monetina da 2 lire con un'ape su un lato e un ramo d'ulivo sull'altro.
RichFree Exclusive Money Art & Jewellery ha scelto di usare proprio una delle monete italiane da 10 centesimi di Vittorio Emanuele III, che, essendo stata coniata tutti gli anni dal 1919 al 1937, è una delle più facili da ritrovare a casa, anche se c’è da dire che in alcuni casi può arrivare a valere anche diverse centinaia di euro. Quella del 1919 è una moneta abbastanza rara, furono coniati solo 986 mila pezzi.
Vi abbiamo incuriositi abbastanza con tutte le cose che si possono dire e scoprire a partire da una piccolissima moneta, un prezioso gioiello, un'imponente scultura? Passiamo la palla a voi, tutto questo può essere corollario di un originale regalo, per voi o i vostri cari.
Pensateci, in fretta però, RichFree Exclusive Money Art & Jewellery propone, per scelta, solo ed esclusivamente pezzi unici, perché l'Arte va goduta nella sua unicità.
Vi lasciamo con una carrellata di immagini che narrano la figurazione delle api nell'arte, in tutte le sue forme, dall'antichità fino ai giorni nostri. Buon viaggio!!!
Geroglifico nella tomba di Sesostri, XX sec a.C.
Api di Malia, ciondolo d’oro minoico, 1800-1700 a.C., rivenuto nel 1930 a Creta, oggi al Museo archeologico di Heraklion
Ornamento d’oro a forma di ape decorato con filigrana e granuli, civiltà minoica, 1700-1600 a.C.
Apicolotore, dalla TT279, tomba di Pabasa El Assasif , 672-525 a.C.
Placchette auree con divinità a forma di ape, civiltà greca, VII secolo a.C.
Phiale aurea da Caltavuturo, IV-III secolo a.C., Museo di Himera
Moneta greca di Efeso, II sec. a.C.
Le api del mantello di Sant’Apollinare, dal mosaico absidale di Sant’Apollinare in Classe, VI sec., Ravenna
Albrecht Dürer, Cupido ladro di miele, 1514
Lucas Cranach il Vecchio, Cupido si lamenta con Venere per le punture delle api, 1526-1527
Giambologna e Pietro Tacca, rilievo con api sul piedistallo della statua equestre di Ferdinando I de’ Medici, 1602-1607
Stemmi con le api della famiglia Barberini (a cui appartiene papa Urbano VIII), XVII secolo
Pietro da Cortona, api dei barberini nel Trionfo della Divina Provvidenza, 1632-1639, affresco, Palazzo Barberini, Roma
Gian Lorenzo Bernini, Fontana delle api, 1644, Roma
Bertel Thorvaldsen, Cupido si lamenta con Venere per la puntura di un’ape, 1809
Maurits Cornelis Escher, porzione di Metamorfosi II, 1939-1940
Salvador Dalì, Sogno causato dal volo di un’ape attorno a una melagrana, 1944
Henri Matisse, Api, 1948
Emilio Isgrò, Installazione “Le api di Virgilio” presso Capitolium di Brescia, 2022
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