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Il Trovatore di Verdi. La vecchia zingara e il grido degli ultimi.


La zingara Azucena, personaggio del dramma romantico "Il Trovatore", reso immortale dalla musica travolgente di Giuseppe Verdi, è una straordinaria figura di donna, al centro di una vicenda sanguinaria ambientata in un Medioevo favoloso e violento. Il centro del dramma è proprio Azucena, al tempo stesso madre amorevole, figlia vendicatrice, personaggio visionario e tormentato. Il mondo degli zingari, selvaggio e libero ma ricco di valori umani, si inserisce in un intreccio di odi e vendette, in cui la zingara perseguitata vive un personale percorso di maturazione umana. Azucena è madre amorosa che compie un difficile percorso di redenzione dalla fissità della vendetta all’amore più tenero verso il figlio del proprio nemico.



Il romanticismo europeo portò l’impoetabile (fino ad allora) nella letteratura. Le opere di Byron e quelle di Hugo brulicano di eroi dannati, pirati, banditi e zingari. Come non ricordare, del resto, la bellissima Esmeralda in Notre Dame de Paris?


Verdi sapeva fiutare il dramma e guardò al romanticismo europeo. Dopo le delusioni delle rivoluzioni del Quarantotto, decise di ripiegare su un melodramma meno implicato con la temperie risorgimentale e più attento alle vicende private. Le opere della cosiddetta “trilogia popolare”, Rigoletto, Traviata e Trovatore, sono opere costruite su un singolo personaggio, scolpito a tutto tondo e per qualche motivo allontanato dolorosamente dagli altri. Rigoletto è un gobbo deforme che vive in un ambiente cortigiano ipocrita e subdolo; Violetta Valery una prostituta d’alto borgo colpita da un male fatale; Azucena, una zingara in cerca della sua vendetta. Questi tre personaggi trovano la propria dolorosa redenzione nell’amore e nella loro tragedia.


Per chi non la conoscesse, la storia è delle più strazianti e intricate: Azucena, per vendicare la morte della madre, condannata al rogo dal vecchio Conte di Luna, ne aveva rapito il figlio minore. Ma, in preda al delirio, invece di gettare nelle fiamme il figlio del suo nemico, aveva gettato il proprio. Il figlio del Conte viene perciò cresciuto dagli zingari con il nome di Manrico, appunto il Trovatore protagonista. Per ironia della sorte, Manrico e il fratello, il giovane Conte di Luna, si scoprono rivali in armi e in amore perché entrambi innamorati di Leonora, una dama di corte fino alla catastrofe finale.



Azucena vive quotidianamente il dramma della vendetta promessa alla madre, straziata dalle fiamme del rogo, e il suo affetto materno verso Manrico. Rispetto agli altri personaggi, Azucena parla un linguaggio musicale diverso. Già la sua apparizione è anticipata dal famoso “coro delle incudini”, in cui gli zingari cantano un grottesco e “notturno” canto popolare. Segue l’aria di danza della zingara, Stride la vampa, la memoria del rogo della madre. Ancora più potente è il racconto che fa Azucena a Manrico dove descrive la morte della madre, la promessa di vendetta e la disgrazia di aver bruciato vivo il proprio figlio.


Azucena ha una chiaroscurale plasticità scultorea che la renderà progenitrice di una schiera di ruoli femminili considerati non comprimari ma con un vigore non inferiore a quello assegnato alle loro "superiori". La potenza della musica di Verdi tratteggia e vivifica le sue parole.




La vicenda si svolge in Spagna, all'inizio del XV secolo. Per omaggiare Verdi, RichFree ha scelto di utilizzare una moneta spagnola di inizio 1600 (precisamente 8 Maravedis della zecca di Toledo) che reca l'effigie di un castello e quella di un leone, entrambe in scudo coronato. Fu coniata al tempo di Filippo III di Spagna, noto anche come Filippo il Pio. Un oggetto così antico porta con sé il carico del passato, risultando attraente, ma soprattutto evocativo, ed è in grado di accendere un senso di meraviglia e curiosità dentro di noi. Vi invitiamo ad unirvi a noi per abbracciare il fascino di questi oggetti eccezionali. Attraverso ogni gioiello ed opera d'arte, cerchiamo di approfondire il nostro e vostro apprezzamento per la meraviglia che esiste nella nostra storia umana condivisa.


Pensate a possedere ed indossare qualcosa di unico che sa parlarvi di arte, melodramma, numismatica e storia... molto più di un oggetto di lusso, perché l'inestimabile valore della Cultura e della Conoscenza sta nel renderci liberi.

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